Cinque ficarolesi hanno inventato il Ficoin, una nuova criptovaluta che sfida direttamente il Bitcoin e i colossi finanziari
Tutti noi abbiamo sentito parlare molto spesso di “Bitcoin” negli ultimi anni, una criptovaluta che ha preso rapidamente piede in tutto il mondo. Le criptovalute sono sostanzialmente valute virtuali caratterizzate da un forte valore di mercato a causa di un utilizzo in rapida ascesa. Il Bitcoin, infatti, si distingue innanzitutto per l’estrema portabilità, la trasparenza e l’impossibilità di essere confiscato. Proprio così: molte di queste valute virtuali sono decentralizzate, ovvero non fanno capo a nessuna organizzazione centrale, il loro valore dipende esclusivamente dalla domanda e dall’offerta.
I “portafogli” vengono scritti in tanti registri decentralizzati che rendono ogni scambio di valuta immutabile e sicuro.
L’idea del Ficoin
Il Ficoin nasce dall’idea di cinque appassionati informatica ficarolesi.
- Alan Bimbati: ingegnere informatico che sempre sostiene la Blockchain come tecnologia del futuro;
- Mauro Paiatto: giovane blockchain programmer che non si tira indietro di fronte a grandi sfide;
- Diego Marangon: esperto di sicurezza informatica e automotive criptato;
- Yari Zanella: professionista della comunicazione noto per uno scherzo al Comune di Pisa;
- Marco Soriani: imprenditore digitale che ha intravisto una grande opportunità nei Ficoin;
Le criptovalute nascono con l’idea di essere decentralizzate e quindi costantemente in mano a realizzatori e utilizzatori finali senza differenze. Il mining (il processo produttivo di cui parleremo più avanti), richiede però moltissime risorse energetiche e fisiche per funzionare. Le macchine che elaborano i calcoli per minare queste monete devono operare costantemente, va da sé che più il calcolo è veloce e più energia viene consumata. Questo sta diventando un vero problema che va a minare le basi stesse di questo strumento. I costi del mining stanno crescendo esponenzialmente e il rischio è che tale sforzo possa essere nuovamente sostenuto solo da colossi del web e finanziari.
Come nasce il Ficoin
Il Bitcoin, come altre criptovalute, si basa sulla “prova di lavoro” (Proof of Work o PoW) che come dicevamo ha un elevato costo di elettricità e un notevole impatto ambientale. Il progetto pilota prevede di utilizzare una piccola rete comunale, alimentata a energia rinnovabile, per alimentare le cosiddetta Ficoin-Farm che genera i primi coin ficarolesi. I Ficoin verranno accettati in via sperimentale da alcune attività locali, il primo passo di una rete di pagamenti autonoma rispetto ai canali usuali.
Come viene minato il Ficoin?
Il Ficoin può essere “minato” attraverso la “prova di inquinamento” (Proof of Pollution o PoP) che, grazie all’intelligenza artificiale e algoritmi di object detection e la blockchain, riconosce quanta plastica è all’interno di un sacchetto e ad ogni Kg di rifiuti recuperati ricompensa con 1 Ficoin il volontario e l’imprenditore digitale. Il vantaggio è evidente: chi ha a disposizione un computer può renderlo disponibile al paese per poter contribuire facendo “mining” e ottenendo Ficoin in cambio.
Molte attività locali hanno già sostenuto l’idea accettando i Ficoin come metodo di pagamento per il caffé o per servizi alla persona, ristorazione e assistenza meccanica. Il pagamento potrà essere effettuato con l'applicazione dedicata ai pagamenti: FicoPay.